L'EDITORIALE DI TN: Nocera non retrocede
4-2 alla Sampdoria, 3-1 al Verona, 3-0 al Padova, 0-2 a Livorno. I campionati non si vincono con poche e belle prestazioni, ma queste vittorie, e quei ricordi, resteranno, di sicuro, a lungo nella nostra mente. La retrocessione brucia, anche a distanza di giorni. E' una ferita aperta, ancora sanguinante. E il sale sopra è stato cosparso da un terzultimo posto in classifica arrivato dopo due gare in cui il Vicenza ha avuto la strada spianata. Nessuno vuole togliere meriti agli uomini di Cagni, bravi a riprendersi dopo il ko in casa proprio contro i molossi e a reagire. E noi molossi non dobbiamo nemmeno trovare scuse. E' un campionato che abbiamo perso noi. Buttato a vento in quattro mesi da paura, quando ormai sembrava difficile salvare anche la dignità. E invece il ritorno di Auteri, l'aria fresca di Pitino, le magie di Merino, la grinta di Barusso, le corse sulla fascia di Laverone e il cuore a petto di Figliomeni ci hanno ridato speranza, forza, vigore, passione. Due colori, il rosso, e il nero, mai sbiaditi e portati in alto, in tutti gli stadi di Italia. Fino all'ultima giornata, a testa alta. Così come quella di Auteri, che potrà pur aver sbagliato qualcosa, ma ci ha insegnato in questi due anni insieme che tutto è possibile. E che si può perdere, purché sempre, a testa alta. La retrocessione brucia forte. Non ho mai pensato fino in fondo che saremmo retrocessi, neanche nei periodi più bui. Il gioco contraddiceva i risultati, le azioni create, la supremazia tattica. Ho sempre pensato che ce l'avremmo fatta e per questo ora la ferita brucia. Ora tutti dicono "C'era da aspettarselo, ve lo meritate, siete stati ultimi per tanto". Ma non sanno, cosa possono saperne, loro, che vedono la Nocerina solo in base ai punti in classifica. La Nocerina è molto di più. E' sudore, dolore, gioia, uomini, urla, sorrisi e litigi. La Nocerina è Nocera, è il rosso e il nero. La Nocerina siamo noi. E noi non retrocedermo così facilmente.