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AMARCORD: Luigi Delneri

di Luca Esposito
Fonte: Gianluca Pepe

Per far da papa bisogna saper fare il sagrestano. Il proverbio tratto dal romanzo "I Malavoglia" di Giovanni Verga mai come in questo caso ha ragione. Luigi Delneri è diventato un allenatore importante dopo aver fatto tanta gavetta. Dopo una buona carriera da calciatore, nella quale interpreta il ruolo di centrocampista centrale, il classe '50 di Aquileia decide di intraprendere quella di allenatore. Gli inizi sono subito importanti e le prime grandi occasioni si chiamano Ravenna, col quale vince un campionato nel '91-92, e Nocerina, con cui ottiene una promozione dalla C2 alla C1 durante i suoi due anni da allenatore dei Molossi. Persone capaci di segnare l'unico goal con la maglia della Sampdoria nel derby della Lanterna direttamente da calcio d'angolo hanno qualcosa di speciale, di diverso dal solito. Queste "qualità" vengono espresse da Delneri un anno dopo, quando, chiamato dalla Ternana, arriva alla finale playoff trovandosi di fronte la squadra che aveva allenato nelle due stagioni prima: la Nocerina. Nella finale di Ancona, che seguiva una cavalcata cominciata con la vittoria del campionato di C2 col club umbro un anno prima, la sua Ternana batte i molossi e prenota un biglietto per la B. La sua corsa con i rossoverdi finisce lì, perchè l'anno successivo decide di approdare ad Empoli. Tuttavia l'esperienza toscana termina già in ritiro.

A stagione inoltrata arriva poi la chiamata della Ternana, che lo esonera e lo richiama a poche partite dalla fine della stagione '98-99, esonerandolo nuovamente. Poi, all'inizio del nuovo secolo, l'esperienza felicissima a Verona sponda Chievo. Delneri porta i Mussi Volanti dalla B alla Coppa Uefa, prima di partire alla volta del Portogallo, dove gli tocca allenare il Porto, fresco campione d'Europa sotto la guida del Mago di Setubal, al secolo Josè Mourinho. La sua esperienza ad Oporto dura pochissimo per via di vari malintesi con la società portoghese ed i senatori dello spogliatoio, poco propensi a fare sacrifici per giocare con un modulo che non gli apparteneva, quel 4-4-2 che si sta rivelando sempre più arma a doppio taglio del tecnico di Aquileia. Dopo la disavventura col Porto due brevi esperienze. Prima con la Roma, al posto di Rudi Voeller, dove ottiene scarsi risultati, e poi al Palermo, dove finisce nel vortice di allenatori risucchiati dal presidente rosanero Maurizio Zamparini, uno a cui piace usare i suoi tecnici come burattini (chiedere a Cosmi o Rossi per credere). Subito dopo il ritorno al Chievo.

Delneri non riesce a salvare i clivensi dall'incubo B e paga le pene del lavoro fatto in precedenza da Pillon sulla panchina dei gialloblù. Poi arriva la chiamata dell'Atalanta: Delneri salva la Dea Bendata ma viene comunque esonerato dalla nuova dirigenza. Più recentemente la chiamata della Sampdoria, che lo riporta sotto la Lanterna da allenatore. Coi blucerchiati Delneri taglia lo storico traguardo della qualificazione ai preliminari di Champions League. Ma quando si hanno in rosa giocatori come Pazzini e Cassano, più d'una volta messo ai margini della rosa da Delneri, simili imprese diventano maggiormente concepibili... La splendida stagione a Genova gli porta la chiamata di un club prestigioso come la Juventus. La programmazione però è totalmente sbagliata, le scelte di mercato fatte dal suo fido Marotta si rivelano altrettanto poco ponderate e la barca Juventus rischia più volte in naufragio. Deludentissimi i risultati ottenuti fino ad ora dai bianconeri, cosa che ha portato al ridimensionamento di Delneri, criticatissimo a causa della sua ossessione per il 4-4-2. Difficile per il prossimo anno una sua riconferma sulla panchina della Vecchia Signora.

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