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Padalino: "Sei punti non sono niente, il campionato si deciderà negli scontri diretti. D'Eboli mi aveva chiesto di restare..."

di Gennaro Caso

Abbiamo intervistato in esclusiva l'ex difensore della Nocerina, Andrea Padalino. Il classe 2004 la scorsa stagione ha vestito il rossonero, lasciando il segno nel cuore dei tifosi molossi per l'atteggiamento positivo in campo. Per lui 30 presenze e due gol in campionato, giocando da terzino destro, come slot under 2004. Ora è in forza alla Pergolettese, nel girone A di Serie C. 

Hai iniziato la stagione a rilento, senza giocare. Poi il cambio di allenatore ti ha favorito. Com'è cambiare mister durante la stagione?

«All'inizio c'era un altro allenatore ma io non mi sono mai fermato, ho continuato ad allenarmi forte e il nuovo mister mi ha ridato spazio, giocando da braccetto sinistro. Sicuramente non è bello cambiare coach durante l'anno, ci sentiamo noi calciatori responsabili perché significa che non stiamo rendendo. Bisogna sapersi adattare alle richieste di chi arriva: è una sfida da prendere con entusiasmo.

L'anno scorso con Campilongo abbiamo perso solo una volta, ma anche Novelli era un ottimo allenatore che aveva tante idee di gioco e quest'anno si sta vedendo».

Secondo te l'anno scorso la lite Novelli-D'Agostino ha rovinato la stagione alla Nocerina?

«Sono cose che succedono nello spogliatoio, penso che il Casarano fosse una squadra davvero costruita bene. Dalla nostra abbiamo fatto il possibile, loro hanno sbagliato meno rispetto a noi e questo conta tantissimo».

In Serie D hai giocato con Barletta, Andria e Nocerina, tre piazze importanti. Sentivi la pressione?

«Ho vissuto piazze che ti formano come calciatore e come uomo. Mi piace giocare con tante persone allo stadio, voglio tifosi che chiedono tanto. Sono piazze dove si vive veramente il calcio e questo ti fanno sentire un vero giocatore. Nocera è una piazza bellissima e allo stesso tempo esigente, che non c'entra nulla con la Serie D e vuole tornare dove merita.

La Serie C al nord è un gioco molto più tattico, invece la Serie D soprattutto al sud, ma scommetto anche nel girone C di Serie C, sia più sporco».

Quest'anno gli under della Nocerina sono andati spesso in difficoltà. A te ha aiutato il gol?

«Sicuramente sentono la pressione della piazza, ma devono cercare di stare più tranquilli possibile per sbagliare di meno. Soprattutto quando ti senti sotto pressione, devi giocare più semplice possibile per tornare in fiducia.

Il gol arrivato a Manfredonia mi ha fatto prendere fiducia, feci anche un bel gol. È importante, ma ero abituato già dalle precedenti esperienze. Io vedo la pressione come un privilegio. Devi essere sempre te stesso ed essere funzionale alla squadra».

Quest'anno hai provato il salto in Serie C

«Già l'anno scorso potevo provarci, ma alla Nocerina non si può dire di no. Poi quest'anno cercavo solo la Serie C ed ero sicuro di trovarla dato che ho fatto tre anni buoni in Serie D. Il direttore D'Eboli mi ha chiesto a fine anno di restare, mi volevano come difensore centrale, ma io volevo fare il salto di categoria».

Segui il campionato di Serie D?

«Sì, secondo me Nocerina e Scafatese sono le più forti del girone. Sei punti secondo me non sono niente, anche noi lo scorso anno siamo stati avanti e poi non siamo riusciti ad arrivare in fondo. Il periodo no può capitare a qualunque squadra, credo che il campionato si deciderà negli scontri diretti».

Anche l'anno scorso Felleca era così nervoso in campo o nello spogliatoio?

«Francesco è un grandissimo calciatore, veramente forte, e non è un giocatore nervoso. Forse se ha avuto quello scatto (contro il Trastevere in cui si è infortunato al braccio, ndr) era perché chiedeva di più dalla sua prestazione e non riusciva a dare tutto se stesso anche se non l'ho vista la partita e quindi non ti so dire bene cosa sarebbe potuto capitare».


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Domenica 7 dicembre