Nocerina, 6mila motivi per costruire una squadra vincente
Una storia con il lieto finale, un bel sospiro di sollievo che certo non cancella una stagione ricca di problematiche e contraddizioni, ma che consente quantomeno di difendere la categoria ed evitare un salto all'indietro che sarebbe stato mortificante per la città di Nocera e per la tifoseria. La vittoria sul Francavilla ha riportato il sereno negli ambienti del tifo rossonero ma, un secondo dopo il triplice fischio finale, la mente di tutti si è proiettata automaticamente al futuro. Dopo lustri di promesse, infelici interregni americani, docce con acqua fredda, SOS di calciatori e addetti ai lavori, allenatori che fanno proclami, si dimettono e poi accettano altri incarichi e investimenti irrisori rispetto alle ambizioni decantate, ora Nocera aspetta risposte. Il nuovo corso societario e il tandem Iodice-Pagni è riuscito a raggiungere il traguardo minimo: gliene va dato atto, non era semplice e hanno ereditato una situazione che sarebbe eufemistico definire complessa. Ora, però, è tempo di alzare l'asticella. Basta chiacchiere, basta parole: ci sono due mesi di tempo a disposizione per programmare, per investire, per mettere a disposizione dello staff tecnico (di Erra o di chi verrà dopo di lui) una rosa in grado di competere per il vertice. Nocera non chiede necessariamente di vincere, ma pretende di provarci. Fino alla fine. Ieri c'erano 6000 persone allo stadio, cosa che forse non si vedeva dai tempi della serie B. In quello stadio dove caddero Sampdoria e Verona, società storiche del calcio italiano. La risposta del pubblico c'è stata, anche in A alcune realtà faticano a portare sugli spalti tutta quella gente. Quelli che, nella ripresa, hanno accantonato amarezza e preoccupazione per l'estemporaneo svantaggio cantando e spingendo fino a determinare la rimonta finale e decisiva. E' per loro, è per i 100 che vanno in trasferta, per i 2000 che ci sono sempre stati che ora occorrono risposte. Ok i giovani, anche obbligatori in D, ok non fare spese folli in tempi di crisi economica, ok chiedere tempo per un progetto che consenta ai rossoneri di ripartire dopo anni oggettivamente bui e anonimi. Ma l'organico dovrà essere di primo livello, presentarsi ai nastri di partenza con l'etichetta di favorita. Almeno sulla carta. Poi ci sarà il campo, giudice supremo. Ma stavolta Nocera e la Nocerina hanno l'obbligo morale di provarci per davvero.