AIC EQUIPE CAMPANIA - Polichetti: "Un sogno giocare nella Nocerina"

28.07.2014 17:00 di LUCA Esposito Twitter:    vedi letture
AIC EQUIPE CAMPANIA - Polichetti: "Un sogno giocare nella Nocerina"
TMW/TuttoNocerina.com
© foto di Dario Fico/TuttoNocerina.com

Per l’Equipe Campania di Cava de’ Tirreni  venerdi è stato il quarto giorno di allenamento al campo Antonio Desiderio di Pregiato, con il solito lavoro atletico svolto dai calciatori, cui ha fatto seguito una partitella in famiglia a ranghi misti. Tra i giocatori che si sono allenati in gruppo si è visto anche il classe 1990 Carmine Polichetti (ex Città di Potenza e Nocerina) che abbiamo intervistato alla fine della seduta. Inevitabile un ricordo dei fatti di Salerno con in campo la Nocerina (squadra di cui ha fatto parte nello scorso campionato): le conseguenze sono state negative.

“Penso che quello che è successo a Salerno lo sappiano tutti, ma sono convinto che i media abbiano amplificato tutto. La verità vera difficilmente è quella che dicono in televisione. Comunque quella partita Salernitana-Nocerina l’aspettavo da tempo, non mi aspettavo però di giocarla e neanche mi attendevo che finisse in quel modo…”

Lei si sta allenando con l’Equipe Campania Cava nella speranza di poter trovare squadra al più presto?

“Certamente. Il mio obiettivo è farmi trovare pronto per un’eventuale chiamata, e soprattutto mi auguro di entrare nell’orbita di una Serie D: ormai questa categoria la conosco”.

E la D diventa la quarta serie nazionale, non più la quinta.

“Sì, è uno sbocco per il professionismo, quindi il livello generale crescerà”.

Lei sta anche continuando con gli studi?

“Sì, lo sto facendo: sono prossimo alla laurea triennale in Scienze Motorie, quindi continuo anche il mio percorso. A questi livelli il calcio è difficile che possa essere una professione tutta la vita”.

Mister Fontana diceva di lei che si allenava sempre con impegno, con professionalità. Dopo l’esclusione della Nocerina dalla Prima Divisione è stato doloroso constatare che tutto era finito?

“E’ stato doloroso, sì, perché ci ho messo un po’ di tempo per essere preso in considerazione dal mister. Quando ho incominciato a capire quello che mi chiedeva, stavo giocando, poi però è successo il patatrac, quindi per me è stata una sfortuna”.

Si è sentito il gap tra Dilettanti e Lega Pro?

“Inizialmente pensavo fossero differenze tecniche e fisiche, ma ciò che cambia è l’attenzione che devi prestare per novanta minuti: nei professionisti non ti è concesso nemmeno per un secondo di calare la concentrazione”.

Quanto sono importanti questi raduni estivi, come quello che lei sta facendo?

“Contano molto, perché per chi ci crede sono importanti. Se ci sono venti persone qui ad allenarsi, vuol dire che tutti ci credono. Atleticamente può essere di aiuto allenarsi in questo modo, per farsi trovare pronti al passo col gruppo dove si andrà a giocare”.

Cosa si augura?

“Quello che spero di fare è di riuscire a trovar squadra domani mattina…”